
19 Ott I miei safari al Kruger Park
In un post precedente ho raccontato il mio primo (e al momento unico) viaggio in Africa. Che in realtà, più che un viaggio in Africa è stato un bellissimo e originale Natale in famiglia. Comunque sia, si è trattato di un passaggio troppo fugace rispetto a quello che i tre paesi che ho toccato durante la mia permanenza, ossia il Sudafrica, il Mozambico e lo Swaziland, hanno da offrire.
Oggi ho voglia di catapultarmi con il pensiero e con i ricordi tra quei sorrisi e quei colori, entrando nel merito di una delle esperienze più indimenticabili che si possano fare nella vita: il safari in Africa. E, per la precisione, al Kruger Park, uno dei principali parchi sudafricani.
Li-ber-tà. È questa la prima parola che mi balza in mente ripensando al safari. Nel momento in cui la mega jeep parte (non so se “jeep” sia la definizione più adeguata, ammetto di essere alquanto ignorante in materia) e si aprono per te i cancelli del Kruger National Park capisci che stai per diventare il protagonista di un’autentica avventura, di quelle con la A maiuscola. Di lì a poco vedrai qualcosa che non potrai dimenticare mai.
La mega jeep procede tra i sentieri selvaggi di quella distesa enorme (voi come lo immaginate il territorio di un parco africano?) e tu ti becchi in piena faccia il vento. E riesci a percepire vividamente la libertà di ogni essere che incontri lungo il percorso o che sosta ai lati della strada come se stesse fermo lì in attesa di salutarti (alcuni animali a volte sostano pure in mezzo alla strada, ti si piantano davanti alla macchina e guai a disturbarli o a chiedergli di spostarsi). Una libertà tangibile, puoi sfiorarla con le dita e fissarla negli occhi da vicino.
Fare un safari al Parco Kruger (e credo valga lo stesso per qualsiasi safari) è come entrare nel mondo fantastico con il quale hai giocato miliardi di volte da bambino. Ti immergi in un’atmosfera naturale che stimola tutti e cinque i sensi, li potenzia e ricevi input da qualsiasi elemento: che siano i disegni nel cielo all’ora del tramonto, che sia l’odore della terra, che siano le voci di uccelli e altri animali. E proprio osservando gli animali nella loro quotidianità capisci quanto lo spettacolo che hai davanti non abbia nulla a che vedere con le immagini proposte da cinema e televisione e men che meno con il circo o le gabbie dello zoo. In un certo senso è come se i tuoi occhi vedessero quegli animali per la prima volta. Respiri la loro vita vera, vai a trovare giraffe ed elefanti a casa loro.
Nell’arco di quelle 4-5 ore di percorso pendi dalle labbra della tua guida e speri fermamente che ti conduca a far visita a quanti più esemplari possibili, compresi quelli di cui ignoravi l’esistenza. Fino al momento in cui, finalmente, ti ritrovi davanti i mitici Big Five e senti il cuore che manca un paio di battiti per l’emozione. Resteresti lì per ore a osservarli.
Allo stesso tempo, ti sorprendi a fotografare uccelli e rapaci di tutti i colori, coccodrilli dall’espressione cattivissima e simpatici camaleonti che procedono in avanti come stessero danzando.
Il mio unico rimpianto: non aver visto il leone. Nonostante abbia fatto ben due safari al Kruger Park (quello serale e quello diurno che ci ha preso più di mezza giornata) e macinato chilometri e chilometri a bordo della jeep. Mancava solo lui. Evidentemente si è nascosto ben bene. Mannaggia.
In un luogo come il Kruger Park dove ogni forma vivente, insetti compresi, viene trattata come fosse sacra, le storie di abusi e soprusi sulla natura che leggi sui giornali o ascolti alla tv ti appaiono in un lampo come delle assurdità ancora più inconcepibili. Fare un safari in Sudafrica, oltre alla vita vera, ti mostra cosa sia il rispetto.
Piccola nota comica, a proposito di insetti: ovviamente, in Africa non puoi pensare di cavartela con qualche ragno o qualche cavalletta. Specie se decidi di fare un safari serale al Kruger Park viaggiando su una jeep completamente aperta mentre i tuoi compagni di viaggio illuminano la strada impugnando torce giganti e attirando così qualsiasi essere volante dentro l’abitacolo. Ecco, in quel caso ammetto di essermi lasciata scappare qualche urletto, soprattutto perché non avevo idea di che tipo di bestia mi stesse volando intorno atterrandomi in testa o sui piedi. E probabilmente in quel momento ho anche pensato a chi me l’avesse fatto fare. Poi, però, mi sono resa conto che anche queste piccole (che poi piccole mica tanto) presenze volanti fanno parte del gioco. E ho accettato il fatto che mi piombassero in testa. Tanto intorno a me era tutto buio, mica le vedevo.
Infine, un’ultima riflessione. Quando si parte per un safari, pur immergendosi nella natura non è detto che si arrivi a percepirne chiaramente la grandezza. È lampante il fatto che tu e la mega jeep sulla quale stai viaggiando siate un niente, al confronto. Capisci quanto ci sia ancora di inesplorato, quante cose tu non abbia ancora mai esplorato, e quante cose tu debba ancora imparare. Arrivi giusto ad afferrare che la natura è un mondo a parte, con i suoi ritmi e le sue logiche. Ma togliti dalla testa che scattando anche migliaia di fotografie riusciresti a documentarlo.
Leggi anche
Trasferirsi in Africa a 50 anni
Migrantour: nuovi mondi a chilometro zero
Una passeggiata con Migrantour
Beatrice
Posted at 19:25h, 19 OttobreChe incontri! 🙂 Bellissimo!!!!
Alla fine di un viaggio
Posted at 09:32h, 20 OttobreSì, davvero degli incontri molto belli. Grazie, Beatrice!
iviaggidininu
Posted at 14:54h, 21 OttobreAnche io ad Agosto ho provato le stesse emozioni al Kruger e sono rimasta colpita dal rispetto verso gli animali e dalla bellezza di questa terra. Ho scritto il racconto sul SudAfrica nel mio blog!
Alla fine di un viaggio
Posted at 20:15h, 21 OttobreVisto 😉 L’esperienza che ho fatto in Africa mi ha messo una voglia fortissima di girare il Sudafrica in lungo e in largo, comprese tante tappe che hai fatto tu. Mi ispira tanto la sua storia particolare
iviaggidininu
Posted at 20:49h, 30 Ottobreè una storia emotivamente molto toccante e devo dire ancora molto attuale per alcuni aspetti sociali.. un viaggio che ti arricchisce sotto il profilo umano ma anche pieno di posti meravigliosi che ti stupiscono.
l’esperienza per me più forte è stata la visita alla prigione di Mandela a Robben Island, direi commovente sentire il racconto della guida, un ex detenuto politico e la passione e la grinta verso una lotta per la parità dei diritti che continua ancora oggi.
Alla fine di un viaggio
Posted at 08:59h, 31 OttobreSì, infatti un viaggio in Sudafrica mi piacerebbe anche per questo motivo, per cercare di capire dal vivo cosa ha significato l’apartheid, se è ancora evidente questo dualismo bianchi-neri, quali risultati hanno raggiunto gli anni di lotta per i diritti… di sicuro si tratta di un paese dal grande fascino
iviaggidininu
Posted at 10:12h, 02 Novembresi è così, e secondo me è un viaggio da fare!
Blueberry Stories
Posted at 18:09h, 25 OttobreQuanto mi è piaciuto il parco Kruger. Non dimenticherò mai l’immagine delle giraffe che spuntavano tra gli alberi con i loro colli lunghissimi, i cieli immensi, il silenzio, le mille stelle. Peccato per il tuo leone mancato… vorrà dire che dovrai tornarci 😉
Alla fine di un viaggio
Posted at 09:45h, 26 OttobreFarò questo sforzo… 😉
Ambra
Posted at 18:40h, 01 NovembreDi chi è l’ultima foto? Spettacolare!
Alla fine di un viaggio
Posted at 19:02h, 01 Novembreil post o la foto? 😀
Cinque “Big Five” da realizzare | Alla fine di un viaggio
Posted at 11:53h, 08 Febbraio[…] in Africa ne ho avuto solo un assaggio. E dei veri Big Five, quelli a quattro zampe intendo, durante il Safari al Parco Kruger ne ho visti solo tre. E ho ancora voglia dei colori di quei tramonti, di quel cielo infinito, di […]
Il viaggio come scoperta: quelle prime 10 volte | Alla fine di un viaggio
Posted at 12:01h, 04 Aprile[…] conseguenza del volo di cui sopra. La prima volta che ho capito davvero cosa voglia dire natura. Cosa siano gli animali (insetti compresi) e quanto valga la loro libertà. Quanto siamo […]
Simona
Posted at 18:40h, 08 AprileAnche io ho fatto questo safari, e devo dire che è stato uno dei viaggi più belli ed emozionanti della mia vita. L’Africa regala davvero belle emozioni.
Alla fine di un viaggio
Posted at 18:42h, 08 AprileSì, hai ragione! Ed è per questo che vorrei tornarci. A me hanno lasciato senza fiato i colori, specie quelli del tramonto. Dove li trovi dei tramonti così se non in Africa?