I piatti tipici portoghesi fanno rima con gusto, abbondanza e tanto ma tanto condimento.
Per cui, da un viaggio in Portogallo non tornerete di certo con la pancia vuota e né, tantomeno, insoddisfatta. Ci tenevo a pubblicare un post su cosa mangiare in Portogallo perché se da un lato è vero che a tavola ci si lascia ispirare dalle voglie (e dai profumi) del momento, dall’altro lato le ricette portoghesi sono così tante che partire un minimo preparati può aiutare a gustarsi al meglio l’esperienza.
Il cibo portoghese è vario, colorato e molto saporito. Aspettatevi quindi una cucina ricca, in grado di soddisfare tanto gli amanti del pesce quanto quelli della carne (anche se nella lista che vi propongo qui di seguito il pesce prevale nettamente). Vi vedrete recapitare quasi sempre piatti di dimensioni un po’ fuori dal normale (per lo meno, a me è capitato diverse volte), innaffiati da dosi massicce di olio color dell’oro e conditi con quantità ben visibili di aglio e cipolla. Ecco, se siete particolarmente sensibili a questi sapori dovete mettervi l’anima in pace: in Portogallo alla cipolla e all’aglio non si sfugge.
Il pesce, le patate, i frutti di mare, il riso: ingredienti semplici di base, ma elaborati al punto da risultare indimenticabili per le papille di chi li assaggia.
Bando alle ciance: ecco i piatti tipici portoghesi che ho preferito durante i miei due viaggi in Portogallo. L’ordine in cui ve li presento è rigorosamente sparso e non di gradimento, non ci provo neanche a lanciarmi in una classifica del genere.
Chiedo scusa per la qualità delle foto; non sono una foodblogger e mi trovo più a mio agio a immortalare paesaggi e monumenti.
Le Pataniscas di Bacalhau
Il fritto in Portogallo è una roba seria. Fatto bene, mai nauseante o pesante (o forse sono sempre stata fortunata io). Non a caso, il primo piatto tipico portoghese che vi propongo sono le Pataniscas, ovvero delle frittelline di baccalà con le quali potrete sia spizzicare, se le scegliete come antipasto, sia abbuffarvi senza ritegno, se invece le prendete come piatto principale. Anche perché guai a prendere un’unica pietanza: in Portogallo i contorni non si limitano ad accompagnare ma sono delle vere e proprie portate, come potete notare dalla generosa porzione di riso servito assieme alle mie Pataniscas.
La tipica zuppa portoghese: il Caldo Verde
Il Caldo Verde è una bontà che riscalda (quando non brucia) dopo ore passate a girare per la città al freddo e all’umido. Ma non cozza neanche con le temperature fresche che si possono trovare nel Nord del Portogallo verso la fine di agosto.
Una zuppa quasi liquida a base di patate e erbe, delicata e saporita. Sul fondo della vostra scodella troverete una deliziosa sorpresa: un paio di fettine sottilissime di chorizo.
Pasteis de Bacalhau, l’antipasto portoghese per eccellenza
Ho provato le Pasteis de Bacalhau un paio di volte, ad esempio in uno degli stand di Time Out, al Mercado da Ribeira di Lisbona, belle calde, sofficissime e accompagnate da una ciotola di riso al sugo rosso. Mai pensato che il pesce fritto potesse appassionarmi così, io che solitamente non apprezzo molto il genere. Uno dei piatti tipici portoghesi che ho amato di più.
Spesso nelle trattorie le Pasteis de Bacalhau sono servite come pre-antipasto senza che voi le chiediate non appena vi sedete al tavolo. E a quel punto ignorarle è impossibile, dovete cascarci per forza.
Arroz de polvo, un primo piatto portoghese completo
Un altro tra i piatti tipici del Portogallo che ho apprezzato particolarmente.
L’Arroz de polvo è simile al nostro risotto alla pescatora ma più “zupposo” e, al posto dei frutti di mare, c’è il polipo.
Una delizia da gustare con gli occhi ancor prima che con le papille, specie se ve lo servono nella tradizionale terrina ancora bollente. La mia porzione era notevole (sono riuscita a riempire il piatto un paio di volte) ma ne ho viste servire di ben più abbondanti. Altro che piatto completo!
Il Bacalhau, il re della cucina portoghese
Che sia a braz, assado, grehlado, a lagaleiro, impanato in pastella, poco importa: il Bacalhau rimane sempre e comunque il re indiscusso della cucina portoghese. Non potreste rinunciare ad assaggiarlo neanche se vi trovaste in Portogallo solo di passaggio per poche ore. Le ricette per prepararlo sono tantissime. Quelle che ho provato io erano una più “impegnativa” dell’altra ma non chiedetemi di scegliere quale mi sia piaciuta di più perché è impossibile.
Quando vi andrà bene lo troverete “in versione light” semplicemente arrostito, adagiato su un lago di olio e accompagnato da chili di patatine al burro, come nella foto qui sotto. E sì, quelle striscioline bianche che vedete sono fettine di cipolla cruda, per fortuna tagliata in modo abbastanza evidente da poterla scansare.
Altrimenti, nella foto successiva (forse non lo vedete perché è sepolto dalle patatine fritte, ma fidatevi) ecco il Bacalhau a Braga, con il quale ho pranzato per l’appunto a Braga: buonissimo, eh, niente da dire. Ma sappiate che saprà farsi ricordare a lungo.
La mitica Francesinha
Se il Bacalhau è il re indiscusso della cucina lusitana la Francesinha è la regina.
Tra i piatti tipici portoghesi era quello che mi incuriosiva di più, di leggende metropolitane riguardanti il generosissimo toast mega farcito ne avevo infatti sentite a bizzeffe. Risultato? Non ne ho mangiata neanche una. Giuro. L’ho soltanto assaggiata un paio di volte. E non perché non fosse buona, ma semplicemente perché intuivo che il mio stomaco non avrebbe sopportato il mix tra i condimenti esagerati e i fiumi di salsa a base di Porto con la quale la Francesinha viene rigorosamente ricoperta.
La Francesinha e la sua straripante abbondanza ripiena di uovo, salumi, salsiccia e credo altro vi aspetta un po’ ovunque in Portogallo ma the original one è soltanto a Porto.
Il Polvo con le patate
Altro piatto di dimensioni esigue, come potete notare dalla foto. Forse tra tutti i piatti tipici portoghesi che ho provato il polvo con patate al forno è in assoluto il mio preferito.
La prima volta l’ho accompagnato a un romantico duetto di Fado, in una trattoria del Bairro Alto di Lisbona. Il tutto a luci bassissime, quasi a voler favorire la concentrazione sui due artisti più che sul cibo e a voler conciliare ancora di più uno stato d’animo già denso di empatia ed emozione (oltre che di fame).
Il polvo era ottimo e sono riuscita anche a finirlo. Mi sono impegnata per evitare l’aglio che era spolverato sopra ma che, inevitabilmente, ha contribuito a rendere irresistibile il sapore della pietanza.
I Pasteis de Nata della Pasteleria de Belém
Non credo ci sia molto da aggiungere riguardo questi dolcetti di sfoglia ripieni di crema se non che, una volta tornati dal vostro viaggio in Portogallo, vi mancheranno come l’aria.
Troverete i Pasteis de Nata in ogni bar, panificio e gastronomia del paese: ma non saranno mai tanto speciali quanto quelli della Pasteleria de Belém, la storica pasticceria di Lisbona che ne sforna quantità industriali dal 1837. Vi toccherà tornarci più volte perché è facile che troviate davanti al locale una lunga fila di gente in attesa di provare i dolci portoghesi più famosi al mondo. Non demordete, però, mi raccomando, potreste pentirvene. Piuttosto, prendete tempo facendo un giro nel quartiere di Belém, visitate la Torre e il Mosteiro dos Jeronimos e riprovate a passare davanti alla Pasteleria a un altro orario: io ho avuto fortuna quando ci sono tornata la seconda volta. Erano circa le 12.00 del mattino, in fila non c’era quasi nessuno e in pochi minuti ho potuto gustare i miei due Pasteis ancora caldi. Ah, a pensarci mi vengono le lacrime agli occhi! Ancora adesso quando qualcuno mi chiede cosa mangiare a Lisbona (e in generale in tutto il Portogallo) la prima cosa che mi viene in mente è il cuore caldo, morbido e dolcissimo delle mie amate pastelline.
Il doce de casa
Devo dire che in generale i dolci non sono la cosa che ho apprezzato di più tra i piatti tipici portoghesi, fatta eccezione per i pasteis, ovviamente, e un altro paio di dessert.
Con il doce de casa il più delle volte sono stata fortunata. A quanto ho capito ogni ristorante/taverna ha il suo dolce tipico, ogni menù contiene infatti la sua proposta. Io ne ho assaggiati diversi (no, non sono golosa, ma proprio per niente) e vi consiglio di provarli, è un altro irresistibile modo di conoscere la cucina lusitana.
Il dessert che vedete qui in foto era una crema di latte dalla consistenza piuttosto densa con una spolverata di biscotto sopra. Goduria.
Gli Ovos Moles, i dolci tipici di Aveiro
Mettiamo il caso che vi troviate ad Aveiro e che sentiate un impellente bisogno di ricaricare le pile.
Due morsi (non di più) a un piccolissimo Ovo mole, il dolcetto tipico della cittadina, basteranno a ritemprarvi. Da dove viene tutta questa energia? Semplice: dal denso ripieno di tuorlo d’uovo e zucchero. Molto particolare. Ricorda i sapori dolci di una volta, quando una tazza di zabaione era il massimo che si potesse desiderare dopo un pomeriggio passato a giocare. Va provato.
La Ginjinha, il liquore “senza rivali” del Portogallo
Non starete mica pensando di fare un viaggio in Portogallo e sorvolare su quello che è uno dei fine pasto più tradizionali e amati del paese, no?
Un bicchierino di Ginjinha, squisito liquore alla ciliegia originario di Obidos, non si nega a nessuno. Specie se lo si gusta in uno dei tanti locali storici che offrono solo quello. A Lisbona l’ho provato nel minuscolo bar di Largo de São Domingos, di fianco al Teatro Nacional e poco distante dalla stazione Rossio. Potete chiederlo con o senza ciliegia (io l’ho preso con, un’esperienza!) e sorseggiarlo fuori dal locale, anche perché all’interno c’è spazio a stento per il barista e il bancone. Da leccarsi il bicchiere.
Il Porto
Il vino che scalda il cuore. Berlo nella sua capitale Porto, magari mentre si osserva come cambiano i colori e la luce sulla riva del fiume Douro all’ora del tramonto, è tutta un’altra cosa.
Bianco, rosso, tawny. Ottimo come dopocena ma anche come aperitivo. Il Porto è un vino dalle mille sfumature. Saprà coccolarvi, sia che voi lo sorseggiate in una pausa di riflessiva solitudine e sia che lo accompagniate a chiacchiere spensierate.
Che ne dite, sono riuscita a risvegliare in voi un certo languorino?
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