Alla Fine di un Viaggio

Lago di Ledro, cosa vedere e cosa fare per un weekend nella natura

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È bastato un semplice clic sul tasto “prenota”. Nell’arco infinitesimale di un secondo, il weekend sul lago di Ledro, in Trentino, mi si è materializzato davanti agli occhi come fosse un miraggio. L’ho considerato come una sorta di riapertura nei confronti della vita e del mondo, che ho celebrato come se fossi rinata. Il perché non è difficile intuirlo: si è trattato del primo break dopo mesi di chiusure e di impossibilità a spostarsi (ora però basta, chiudo la parentesi in cui faccio riferimento a ciò che è successo nell’ultimo anno).

Morivo dalla voglia di raccontarvi cosa vedere sul lago di Ledro: è vero, si è trattato solo di un weekend, ma che è stato vissuto con l’intensità piena di una vacanza, oltre che con livelli di entusiasmo che hanno davvero toccato il cielo con un dito. Gran parte del merito, probabilmente, va a quegli incredibili scenari naturali dei quali sono stata testimone. A quella bellezza a tutto tondo che forse, e lo capisco solo ora a 38 anni, solo Madre Natura sa regalare. E sono felice perché, sempre all’alba dei 38 anni, ho finalmente cominciato ad amare la montagna e a conferirle lo status speciale di zona di comfort che, fino a questo momento, avevo riservato sempre e solo ai posti di mare. Non che prima non la amassi, anzi. Ma dovevo scoprirla, tutto qui.

Sono andata via con la promessa che il lago di Ledro è solo il secondo di una lunga lista di laghi che vorrei ancora vedere in Trentino (e anche in Alto Adige). D’altronde, sono ormai pienamente consapevole del fatto che in certi luoghi (leggi: certe regioni) sia davvero molto facile stare bene.

Adesso, però, vi racconto come ho trascorso il mio weekend.

Weekend al lago di Ledro, cosa vedere

Partiamo dai fondamentali: dove si trova il lago di Ledro?
Il lago di Ledro si trova in Trentino (e fin qui ci siamo), a una manciata di chilometri dal lago di Garda. Molina di Ledro (paese che si trova sul lungolago e dove ho alloggiato io) dista solo 11 chilometri da Riva del Garda.

Rispetto alla superficie del Garda, quella del lago di Ledro è decisamente più ridotta, tant’è che il percorso che circonda il lago ad anello e che ho fatto io a piedi dura sì e no un paio d’ore. Fattibilissimo, quindi.
A proposito di percorsi, prima di passare ai consigli su cosa vedere al lago di Ledro vi do ancora qualche informazione introduttiva:


Trekking intorno al lago di Ledro partendo da Molina

La prima delle cose da fare al lago di Ledro non può che essere questa: indossate un paio di scarpe comode e mettetevi in marcia per il vostro primo trekking!

Come anticipato nella premessa, percorrere tutto il perimetro del lago non vi porterà via molto tempo (non più di un paio d’ore), ma questo dipende soprattutto da quante volte vi fermerete per scattare una foto o visitare un luogo. 

Io sono partita da Molina di Ledro in direzione Mezzolago. Qui ho visitato il borgo prima di dirigermi verso Pieve di Ledro, dove mi sono fermata per il pranzo. Da Pieve ho proseguito fino a Pur, dove ho fatto una pausa per godermi una delle panchine confinanti con la spiaggia e poi ho fatto una piccola deviazione per visitare Ledro Land Art. Terminata la visita, ho camminato senza ulteriori soste fino a Molina di Ledro.

Un percorso facile e quasi senza dislivello. La bellezza, inutile dirlo, risuona prepotentemente a ogni passo. Il paesaggio, così come la strada, cambia di continuo: a tratti lungo una sterrata si alternano i chilometri macinati nei boschi. In alcuni punti si cammina a bordo della statale, ma su traiettorie recintate e riservate a pedoni e ciclisti. In questa avventura, il compagno irrinunciabile, che non ti lascia solo neanche un momento, è il lago. Una presenza luminosa e costante, ma mai invadente, con le sue acque azzurre, brillanti e trasparenti, come quelle che pochi bacini possono vantare.

Non limitatevi a camminare e a desiderare solo la meta; godetevi anche questo piccolo specchio d’acqua e cielo, specie se la giornata è bella. Potrete farlo accomodandovi un po’ ovunque, sulle sue sponde non mancano di certo le spiagge e i posticini tranquilli per rimanere in contemplazione (e dare un attimo di pace ai vostri piedini).

Museo delle Palafitte di Molina di Ledro

Tra le cose da vedere al lago di Ledro, il Museo delle Palafitte era una di quelle sulle quali nutrivo più aspettative. Che non sono state deluse, ma anzi addirittura superate.

Dichiarato patrimonio Unesco nel 2011, questo piccolo e incredibile museo espone ciò che è stato rinvenuto grazie agli scavi compiuti nel Novecento lungo la sponda est del lago. E se le palafitte che vedrete all’ingresso sono chiaramente frutto di una ricostruzione (ben fatta), tutti i reperti che si trovano all’interno del museo sono autentici e raccontano di una civiltà lontana nel tempo (che collochiamo nell’Età del Bronzo) ma che, stando ai fatti, non era poi così lontana da noi. Anzi, uno dei temi sui quali si basa l’esposizione è proprio la vicinanza tra il nostro modo di vivere e quello di una comunità risalente a 4.000 anni fa.

Il Museo delle Palafitte si trova a Molina di Ledro, proprio in riva al lago. Le palafitte, sebbene ricostruite, permettono al visitatore di calarsi perfettamente nella quotidianità dell’epoca, tra gli utensili della cucina, le armi per la caccia e le pelli usate per combattere il freddo.

Mezzolago di Ledro

Con Mezzolago è stato amore all’istante. Ma a questo punto devo fare riferimento a una cosa che non vi avevo ancora detto, e che ho scoperto proprio durante il mio weekend in Trentino, ossia il piacere di arrivare in un centro abitato a piedi. Di passare dal sentiero in aperta campagna, o nel bosco, e dai panorami con vista sull’azzurro delle acque del lago a camminare su una normale strada in cemento da condividere con le auto e gli altri mezzi (che per fortuna, in questo caso sono stati davvero pochi). Mezzolago è stato il primo paese che ho raggiunto a piedi, partendo da Molina di Ledro. E chiaramente, la strada che conduce al centro del paese, per quanto sia una statale, è comunque incorniciata dal verde dei prati e dall’imponenza dei monti.

Dicevamo, è stato amore all’istante. Rispetto agli altri paesini che ho visitato durante il weekend, Mezzolago è quello che più di tutti ha l’aspetto di un borgo: colori pastello, fiori alle finestre, dettagli deliziosi. E, soprattutto, un’esplosione di murales. Ritraggono personaggi dagli sguardi dolcissimi, soggetti curati e integrati perfettamente nel contesto abitativo. Una narrazione che, timidamente, dai muri del paese, racconta gli antichi mestieri e svela com’è vivere nei pressi di uno specchio d’acqua. Probabilmente, se dovessi tornare in valle di Ledro per un’altra mini vacanza, mi fermerei a dormire lì.

Per cui, non dimenticate Mezzolago tra i consigli su cosa vedere al lago di Ledro. 

 

 

Pieve di Ledro

Altro punto fondamentale tra i suggerimenti su cosa visitare al lago di Ledro è Pieve di Ledro, una delle località più grandi e vivaci che si trovano sulle sponde del lago. 

Pieve ve la consiglio per due motivi in particolare: il primo è il Museo del laboratorio farmaceutico Foletto che, ahimè, non ho potuto visitare perché era ancora chiuso (ma credo che ormai abbia già riaperto al pubblico). Il secondo è invece il birrificio Leder: ecco, sappiate che fremevo dalla voglia di assaggiare le sue specialità. Ma di questo vi parlerò più avanti.

Rispetto ad altre località, a Pieve troverete più ristoranti e alberghi, oltre a diversi servizi. Nella parte antica del borgo, minuscolo e delizioso, merita fare una visita la piazza con la Chiesa dell’Annunciazione (non potrete sbagliarvi, il suo campanile svetta da lontano), oltre che una passeggiata per ammirare alcuni vecchi edifici che vi incanteranno con i loro muri dalle tinte pastello.

 

Birrificio Leder

C’è stato un momento, probabilmente quando mi avvicinavano al traguardo personale dei 20 km percorsi a piedi in un solo giorno, che ho cominciato fortissimamente a desiderare una sola cosa. Desiderio che si è realizzato quando, nel tardo pomeriggio, sono riuscita a prendere posto tra i pochi tavoli del birrificio Leder, il più famoso e amato della zona, e ho sorseggiato, finalmente, un paio delle loro birre. 

Le varietà di birra Leder non sono tante; ciò vuol dire che con un po’ di impegno potreste riuscire anche ad assaggiarle tutte nell’arco di un solo weekend (ma responsabilmente, mi raccomando!). Le troverete perfette tanto per un aperitivo condito con quattro chiacchiere contemplative quanto per una colossale abbuffata all’ora di cena. Sono beverine, fresche e dal sapore delicato; insomma, le birre Leder vanno giù con gran facilità. E io, francamente, dopo un trekking di 20 km non avrei voluto nient’altro.

Il birrificio si trova in una posizione tranquilla e riservata, fuori dal pienone di Pieve di Ledro. I tavoli, come dicevo, non sono tantissimi, per cui non arrivate troppo tardi. Se avete fame, assieme alla vostra birra potrete farvi servire un po’ di focaccia e altri stuzzichini.

 

Ledro Land Art

Altra tappa curiosa che non può mancare tra i consigli su cosa vedere al lago di Ledro e che farà felici grandi e piccini. 

Parlo di Ledro Land Art, un grande bosco poco distante dal piccolo centro di Pur (dove si trovano alcune delle spiagge più rinomate del lago di Ledro, che però a maggio, quando sono andata io, erano ancora deserte). Basta seguire le indicazioni e in un paio di chilometri giungerete all’ingresso del parco (che è assolutamente libero). Dunque, preparatevi a un altro mini trekking nel verde, che vi condurrà dritti dritti al cuore di un dialogo armonioso tra arte e natura. Un dialogo che avviene con calma e in silenzio, in cui le due parti entrano una nell’altra, fino a confondersi. Tant’è vero che alcune opere potrebbero anche non essere scorte da un occhio poco attento. 

Quello di Ledro Land Art è un progetto in cui arte e natura si scambiano e si restituiscono qualcosa a vicenda; si celebrano l’una con l’altra, nel pieno rispetto reciproco. Le opere sono state tutte realizzate con materiali e prodotti naturali e simboleggiano il rapporto che abbiamo oggi con l’ambiente e con ciò che ci circonda. Molte (non tutte, ma questo dipende dalla sensibilità di ognuno) sono evocative e di forte impatto. Si intrecciano con rami, cespugli, foglie, fino a nascondersi e quasi scomparire. Da qui, il carattere “in divenire” del progetto, avviato nel 2012, e che ha coinvolto artisti provenienti da tutto il mondo.

 

Ossario Garibaldino e della Grande Guerra del Colle S. Stefano

Ed eccoci al momento dedicato alla storia. A Bezzecca, piccola frazione distante solo un paio di chilometri da Pieve di Ledro, sono presenti le testimonianze di alcune delle vicende più importanti (e ahimè dure) che hanno segnato la storia del nostro paese.

Quello che vedrete al Colle Santo Stefano (che si raggiunge tranquillamente a piedi partendo dal centro di Bezzecca) si inserisce in un itinerario tematico più ampio, che comprende anche il Museo Garibaldino e della Grande Guerra. Un percorso che unisce quindi due dei principali conflitti che hanno segnato l’Italia: la Terza Guerra d’Indipendenza e la Prima Guerra Mondiale. 

Sul Colle Santo Stefano spicca innanzitutto l’omonima chiesa, divenuta ossario per i caduti di entrambe le guerre. Vi è poi il complesso di postazioni e gallerie percorribili, che servivano ai soldati per proteggere il territorio dalle incursioni austriache. La croce bianca che vedete in foto è stata eretta in memoria dei soldati morti durante la battaglia combattuta da Garibaldi proprio a Bezzecca. Fu in quell’occasione che il comandante pronunciò il suo celebre “Obbedisco”, quando La Marmora gli intimò di lasciare il Trentino. Vi sono poi alcuni memoriali e altre lapidi eretti per mantenere vivo il ricordo dei garibaldini e dei caduti dei conflitti mondiali.

 

Cascata Gorg d’Abiss

Uno dei ricordi più emozionanti del mio weekend è racchiuso tra gli alberi di un bel bosco a Tiarno di Sotto, paesino che si trova a ovest del lago. Qui si trova la cascata Gorg d’Abiss, un’esplosione di natura nella natura. La segnalo come una delle tappe più belle a chi si chiede cosa fare al lago di Ledro.

Ci si arriva con un breve trekking di circa 1,5 chilometri, che parte dal paesino (dove troverete posto per l’auto senza grandi difficoltà) e si addentra nel bosco, dove camminerete all’ombra di alberi altissimi, respirando a pieni polmoni l’odore della primavera. Essendo un luogo lontano dal centro abitato, l’unico rumore che sentirete è quello dell’acqua (oltre al cinguettio degli uccellini). Gran parte della passeggiata avviene infatti costeggiando il torrente. Infine, ecco lo spettacolo della cascata, con l’acqua che, da secoli, scende prepotente e con fragore dalla roccia. La cosa più bella è stato poterla ammirare a così poca distanza e in completa solitudine, senza fretta e senza preoccuparsi di dover cedere il posto a chi desiderava scattare una foto più da vicino.

Piccolo suggerimento: se avete voglia di divorare con lo sguardo un altro dei bellissimi panorami sulla valle di Ledro vi consiglio di raggiungere la chiesetta di San Giorgio, che si trova a pochi chilometri dalla cascata. Noi siamo andati in auto, dopo un tentativo andato a vuoto quasi subito di affrontare la salita passando direttamente dal bosco (troppo complicato!).

 

Lago d’Ampola

Altra tappa, altra immersione nella natura. Questa volta, si è trattato di una natura ancora più fragile e dunque protetta dallo spazio chiuso di una riserva. 

Il piccolo lago d’Ampola è infatti circondato da un’area controllata, nella quale occorre accedere armati di quiete e rispetto per non disturbare le creature animali e vegetali che vi risiedono. La riserva si trova a Tiarno di Sopra: si accede percorrendo una passerella di legno che passa sul prato e conduce al centro visitatori, dove è allestita un’esposizione dedicata agli abitanti della riserva. All’interno dell’area vi sono alcuni sentieri da fare a piedi o in bici, sempre prestando la massima attenzione. 

Ora, a gran sorpresa dovrò fare emergere un tratto della mia vena polemica (che di solito rimane quasi sempre silente): la riserva del lago d’Ampola confina con la statale che collega i diversi paesi della valle. Statale che, in questa stagione (e immagino che in estate ancora di più) è percorsa di continuo da moto che procedono a gran velocità, incuranti dei rumori insopportabili che producono. O meglio: insopportabili, se considerato il contesto naturale poco distante. In città forse non ci avrei fatto neanche caso. Ma all’interno di una riserva naturale dove regna il silenzio assoluto, e dove soprattutto si pretende (giustamente) che venga usato il massimo rispetto nei confronti della quiete degli animali e delle piante, il rombo continuo dei motori mi è sembrato decisamente un controsenso. Io non ho i titoli per proporre qualcosa di sensato in merito, e dunque lungi da me. Ma credo davvero che basterebbe poco, come prevedere dei limiti di velocità più stretti, tutto qui.

Trekking nella Valle di Concei

È arrivato in chiusura del weekend, quasi al culmine della stanchezza e dei chilometri macinati, eppure non abbiamo saputo dirgli di no. Il percorso naturalistico di fondovalle che attraversa la Valle di Concei è stata una delle idee migliori che potessi avere durante il breve soggiorno al lago di Ledro. E nonostante la stanchezza e i continui passaggi caldo-freddo tra i quali la temperatura non riusciva a decidersi, mi sono sentita ampiamente ripagata.

Lo spettacolo della natura che anima quel percorso è qualcosa di esplosivo. Siamo partiti dal centro del paesino di Lenzumo alla volta del Rifugio il Faggio. La camminata non è faticosa e, a seconda della direzione che prenderete (si tratta di un percorso quasi ad anello) può anche essere molto breve. Noi, un po’ avventurieri e un po’ ignari, abbiamo optato per la strada più lunga. E così, prima di giungere al rifugio abbiamo attraversato prati di un verde brillante, ci siamo riparati all’ombra delle aree boschive e abbiamo salutato vette altissime e rigogliose (il monte Cadria, che è il più alto, supera quota 2000). L’arrivo è stato come un sogno, e in più condito dalla presenza di piccoli personaggi bizzarri: la zona ai piedi del rifugio è popolata da piccole statue di fate, gnomi e piccoli animali. Protagonista assoluta dell’insolita narrazione, la Fata Gavardina, simbolo dell’antico legame che univa in passato l’uomo alla montagna.

Giunti lì, potrete prendervi una pausa appropriandovi di una delle panchine libere e ristorandovi con un gelato o una bibita acquistati al chioschetto. Altrimenti, potete compiere gli ultimi metri in salita e bussare alla porta del rifugio, dove sembra che la cucina sia squisita. 

 

I miei consigli su dove mangiare al lago di Ledro

Quale modo migliore di concludere questa piccola guida su cosa vedere al lago di Ledro se non tuffandosi nei sapori generosi e vivaci della cucina trentina? In realtà, non ho con me una sfilza infinita di luoghi in cui pranzare o cenare in Valle di Ledro da consigliarvi, ma solo perché 1) un weekend è un lasso di tempo talmente breve persino per gli affamati cronici e i buongustai come me 2) perché mi è piaciuto talmente tanto uno dei due posti di cui vi parlerò che ci sono tornata anche la sera successiva.
Sto parlando del ristorante pizzeria Al Lago, a Molina di Ledro, bel locale con vista sui colori intensi del lago di Ledro dove potrete gustare ottime ricette locali. I piatti, per lo meno quelli che ho provato io, sono composti da ingredienti deliziosi e ben assortiti, per il piacere del gusto ma anche degli occhi. Nel mio c’era uno spezzatino di cervo in umido, con fette di polenta (buonissima). Il giorno dopo, quando sono tornata, alla polenta ho accompagnato un morbidissimo formaggio locale alla griglia e un contorno di funghi in padella. A innaffiare il tutto, neanche a dirlo, le birre del birrificio Leder, perfette in ogni occasione.

Il secondo posto che vi suggerisco si trova invece a Pieve di Ledro, ed è lo Speck & Stube, altro posto immerso in una piacevole cornice naturale della quale, con la bella stagione, potrete godere comodamente seduti in terrazza. Il menu si compone di piatti tradizionali, ma anche di sfiziosità, panini con gli hamburger e fiumi di gelato. Il locale, infatti, condivide gli spazi con la gelateria Green Ice (e vi consiglio di approfittarne). Io ero in vena di semplicità e ho optato per un bretzel caldo e fragrante con speck (che ho scoperto, con gran piacere, essere non solo affumicato ma anche gradevolmente speziato. Una delizia).

L’unico rimpianto che ho è quello di non aver potuto addentare uno gnocco boemo, come feci lo scorso anno (per caso) sul Garda Trentino. Se non avete idea di cosa sia, non vi dico nulla per non rovinarvi la sorpresa. Sappiate solo che si tratta di una delle cose più buone mai assaggiate in vita mia (che tra l’altro, a quanto ho capito è una specialità tipica proprio della valle di Ledro). Questo (e tanto altro) mi suggerisce che dovrò tornare presto da queste parti.

 

Se siete in cerca di altre idee per trascorrere una vacanza nella natura vi suggerisco di dare un’occhiata ai miei post sul weekend al Garda Trentino, il Parco Avventura Cerwood, le Gole dell’Alcantara e l’escursione sul vulcano Etna.
In alternativa, vi lascio i miei consigli su cosa vedere nelle Marche, come trascorrere un weekend in Toscana, cosa visitare in Friuli Venezia Giulia e sulle mete italiane da visitare in un weekend.

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