
07 Nov Visita al Museo per la Memoria di Ustica
I mille pensieri che hanno affollato la mia mente dopo la visita al Museo per la Memoria di Ustica di Bologna.
La tarda serata di un’estate ancora all’inizio. La lunga attesa di un volo partito in ritardo che non ha di certo offuscato la gioia per le vacanze imminenti e la felicità di chi sta per fare ritorno a casa. Non fa nulla, ormai si è quasi arrivati, manca davvero poco prima di riabbracciare i familiari in aeroporto e riassaporare il profumo del mare.
Mi chiedo quanti di loro, pochi istanti prima che il mondo finisse, fossero impegnati a leggere, a chiacchierare, a sonnecchiare. A pensare a cosa avessero lasciato a Bologna o nei loro luoghi di origine e a cosa li stesse aspettando in Sicilia. Mi chiedo se tra quegli undici bambini presenti sull’aereo qualcuno abbia fatto in tempo a rivolgere un’ultima domanda preoccupata ai genitori e se qualcuno tra gli adulti abbia fatto in tempo ad accorgersi di quanto stesse per succedere. E quanti di loro si siano affannati inutilmente nella ricerca disperata di una soluzione, di una via d’uscita.
Ma probabilmente nessuna di quelle 81 persone a bordo del DC 9 della Itavia ha fatto in tempo ad accorgersi di nulla; o io preferisco che sia andata davvero così.
Quando vi ho raccontato del pomeriggio al Finger Food Festival vi ho accennato anche alla mia visita al Museo per la Memoria di Ustica, piccolo luogo del ricordo situato all’interno del Parco della Zucca, nel cuore della Bolognina, voluto fortemente dall’Associazione dei Parenti delle Vittime della Strage di Ustica.
Non avevo letto nulla prima di varcare la soglia di quell’unica stanza del Museo per la Memoria di Ustica. Non mi ero fatta un’idea precisa di cosa avrei trovato. Immaginavo pile di documenti, articoli, immagini a testimonianza della strage e teche contenenti i resti degli oggetti appartenuti ai passeggeri. Qualcosa di sicuro dal forte impatto emotivo; ma qualunque cosa pensassi è nulla al confronto di quello che ho realmente trovato.
Un’unica stanza con un percorso obbligato, “obbligato” nel senso che chi entra lì è obbligato a guardare, ascoltare, riflettere e porsi delle domande. Un percorso che ti conduce lungo un’esperienza multisensoriale che non ti aspetteresti mai da un museo dedicato al ricordo di una strage. Un percorso attraverso sussurri a tono sommesso, specchi scuri e luci soffuse a intermittenza. Un luogo al quale basta davvero poco per comunicare tutto quello che rimane del grosso relitto al centro della stanza: il ricordo delle vittime della strage di Ustica, l’impotenza e il dolore di chi è rimasto, l’assurdità di una situazione ancora oggi irrisolta e che, proprio per questo, rende impossibile chiudere tutto e voltare finalmente pagina.
Ci si trova stretti dentro il dolore di 81 famiglie rimaste senza giustizia. Senza verità assodate, ma con in mano il calvario di trent’anni di appelli, processi, ricorsi. E brandelli di ipotesi.
Grazie all’installazione permanente a opera di Christian Boltanski, chi visita il Museo per la Memoria di Ustica non può rimanere impermeabile davanti allo scheletro gigante posto al centro della stanza.
Un colpo ben assestato, avvertito anche da chi nutre una passione profonda per viaggi e aerei.
Un colpo avvertito soprattutto quando ci si chiede cosa significhino le scatole nere poste intorno al relitto e poi, successivamente, quando lo si scopre (ribadisco: prima di visitare il museo ero totalmente impreparata).
Anche questo è un viaggio. Un viaggio che ci riguarda tutti, nessuno escluso. Un viaggio che sarebbe dovuto durare un paio d’ore e che invece si prolunga da più di tre decenni. Un viaggio nella memoria più dolorosa e nell’incredulità. Ma anche nella forza, nel coraggio e nella determinazione di chi non smette di gridare per ottenere giustizia; di chi continua, nonostante tutto, a non perdere la speranza, in attesa, prima o poi, di poter giungere davvero a quell’unica verità e poter così finalmente, quantomeno in parte, voltare pagina.
(NB: le foto presenti in questo post sono tratte dal sito del Museo per la Memoria di Ustica)
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Posted at 12:03h, 09 NovembreMa grazie!!!!!!! Ho appena visto… Adesso mi metto di impegno… 🙂 Grazie ancora! :*