27 Gen I colori d’inverno: un (altro) buon motivo per visitare il Friuli Venezia Giulia
Ed eccomi di nuovo qui con le mie esplorazioni natalizie a Nord Est.
Non so voi, ma quando devo scrivere un post le parti che mi risultano più difficoltose sono due: il titolo e le conclusioni.
Per le conclusioni, ora vedremo cosa mi inventerò. Per il titolo, almeno per questa volta, non ho dovuto fare grossi sforzi di inventiva: Friuli Venezia Giulia, terra dei colori.
Un titolo che è sorto spontaneamente. Se c’è una cosa, infatti, che mi ha colpito del Friuli Venezia Giulia sin dalla prima volta che ci ho messo piede è proprio la palette di toni naturali e non che mi trovo sempre davanti agli occhi (qualcosa ve l’avevo già svelata tempo fa qui). E ormai ho capito che questo vale per qualsiasi stagione, inverno compreso. Anzi, forse è anche grazie alle mie frequenti visite in questa regione se, da un po’ di tempo a questa parte, posso dire di aver scoperto l’inverno. Di aver finalmente cominciato ad apprezzarne la personalità e a scorgerne i colori. Perché, in una terra come il Friuli Venezia Giulia, l’inverno non porta con sé toni spenti ma accende la luce. E anche se gli alberi sono spogli, le temperature scendono sotto lo zero e il cielo è spesso coperto, quella che ci si trova davanti è un’esplosione di sfumature, più o meno al pari della primavera e dell’autunno. L’inverno non è più sbiadito delle altre stagioni, ha soltanto colori diversi.
E, durante le ultime vacanze di Natale, questa cosa mi è particolarmente balzata agli occhi.
Terra dei colori, si diceva. A partire da quelli che dominano i boschi sul Carso in un limpido pomeriggio dei primi giorni di gennaio. L’aria è fredda e il sole entro un’ora e mezza ci abbandonerà al buio. Bisogna quindi affrettarsi tra gli alberi e i cespugli lungo i pochi chilometri del percorso del Brestovec, l’ennesima testimonianza che la Grande Guerra ha lasciato da queste parti. In giro, a parte noi, non c’è nessuno e non si sente un fiato. Fatta eccezione per i versi di uccelli di specie non ben identificata che si fanno sentire dall’alto dei rami. E qui i colori sono il rosso della terra, il verde scurito delle foglie, il grigio delle trincee. Ci si passa attraverso, si cammina proprio dentro un labirinto lungo metri e metri di corridoi di pietra stretti e zigzaganti. Poi si esce dal labirinto; e c’è ancora il rosso della terra, il verde scurito delle foglie, la solitudine del bosco. E si arriva alla Cannoniera dove, nonostante il silenzio, questa volta una voce sembra di sentirla: è quella dei soldati che all’interno del bunker, tra un’installazione e l’altra, raccontano la loro battaglia. Fuori dalla Cannoniera, è già l’ora del tramonto: il rosso del cielo si fonde con quello del Carso. È l’ora in cui i raggi del sole si fanno più intensi sulla natura circostante.
Altra ambientazione, altri colori. L’aria intorno al lago di Cavazzo, in Carnia, è limpida, pulita. Sembra che nessuno l’abbia respirata prima; e anzi, in posti così, a me sembra di cominciare a respirare per la prima volta. Davanti agli occhi c’è natura e basta: le montagne che racchiudono il lago, il cielo azzurro leggermente velato, lo specchio d’acqua che si accende di toni trasparenti e che riflette tutto ciò che lo circonda. Pare quasi inconsistente.
Quel poco di artificiale e umano che c’è intorno adesso è vuoto, spento, inanimato; aspetta la bella stagione per riprendere vita.
E poi, poco distante dal lago, ai piedi delle Prealpi Giulie che sembrano quasi sovrastarlo, c’è uno dei borghi più belli di Italia: Venzone. Un angolo medievale ricostruito dopo il terremoto. E qui non c’è solo l’azzurro velato del cielo e la tavolozza di colori tipici dei luoghi di montagna: c’è anche il viola della lavanda, uno dei temi ricorrenti tra le vie del piccolo paese, e il verde scuro di tetti e finestre. Ah, e poi, tanto per non farci mancare mai quel tocco di macabro a noi ultimamente tanto caro, a Venzone ci sono anche le Mummie (perdonatemi, ma al loro cospetto non me la sono sentita di tirare fuori la macchina fotografica).
In giro non c’è quasi nessuno; le locande sono chiuse e gli unici usci aperti sono quelli delle botteghe di prodotti profumati. Eppure Venzone non ha l’aria di essere un paese fantasma, abbandonato. È semplicemente tutto per me. Mi godo le sue stradine bianche e la passeggiata che dalla piccola piazza con il Duomo e la Cripta conduce prima allo slargo del Municipio e poi al ponte sul torrente. Altro toccasana per i miei occhi.
Capirete come mai ogni volta che mi trovo in Friuli Venezia Giulia mi sembra di tornare bambina e prendo facilmente le sembianze di una giapponese pronta a scattare foto a ogni angolo. Fortuna che accanto a me ho una persona molto paziente che, oltre a essere un’ottima guida, sopporta le mie continue fermate.
Marco da Udine
Posted at 14:14h, 27 Gennaiosempre interessante vedere luoghi conosciuti con gli occhi di altri:-)
Alla fine di un viaggio
Posted at 14:16h, 27 GennaioMi fa piacere 🙂 Grazie, Marco!
Meridiano307
Posted at 14:35h, 27 GennaioNon sono mai stata in Friuli ed onestamente questa regione la conosco davvero poco. Dalle foto che hai scelto e dalle parole usate sembra veramente un posto incantato, ancora “puro”
Alla fine di un viaggio
Posted at 14:37h, 27 GennaioSì, lo è. E’ proprio un’altra Italia. Te lo consiglio, è pieno di meraviglie (purtroppo non tutte molto conosciute) e riserva delle belle sorprese. E poi ha sia il mare e sia la montagna, che ci vuole di più?? 😀
Meridiano307
Posted at 14:39h, 27 GennaioDavvero..mare e montagna è proprio il top!
Alla fine di un viaggio
Posted at 14:41h, 27 GennaioPer non parlare delle città, che sono tutte belle (non ho ancora visto Pordenone), e dei borghi! 🙂
Meridiano307
Posted at 14:42h, 27 GennaioQuanti posti fighi che abbiamo in Italia..
Alla fine di un viaggio
Posted at 14:43h, 27 GennaioSì, veramente, ci vogliono anni per scoprirli tutti!
Giulia
Posted at 16:39h, 27 GennaioMa che meraviglia, l’Italia è davvero il posto più bello del mondo! (Non sono campanilista, nooooo :D)
Alla fine di un viaggio
Posted at 20:11h, 27 Gennaioahahahahahah! beh, direi che l’Italia un po’ di campanilismo se lo merita 😀
Alessia
Posted at 13:22h, 28 Gennaiosplendido articolo e foto. e che colori! ho lasciato gli occhi su quella bici lillà 🙂
Alla fine di un viaggio
Posted at 20:00h, 28 GennaioAnche io, Alessia!!!E’ il mio colore preferito, immagina la gioia 🙂
marcotambo
Posted at 18:14h, 28 GennaioMi piacerebbe tantissimo visitare il Friuli, di cui non so praticamente nulla. È una delle (tante) aree italiane che mi mancano, e che mi pento di non conoscere. Interessante il percorso del Brestove, da amante della storia non me lo lascerei scappare!
A Venzone scatterei centinaia di foto: sembra proprio il classico borgo dove scatenare la mia insta-pazzia. Ho deciso, un buon travel-proposito del 2017 sarà andare in Friuli! 🙂
Alla fine di un viaggio
Posted at 20:03h, 28 GennaioCiao Marco! Guarda, fino a qualche anno fa anche io non ero mai stata in Friuli Venezia Giulia e non potevo immaginare che ci fossero così tante cose da vedere. Se ami la storia resterai soddisfatto dalla gran quantità di monumenti, sacrari, percorsi storici che ci sono; è una regione che “emana” passato e fascino da ogni angolo. Per non parlare della straordinaria natura incontaminata! 🙂 So che è un territorio che in pochi conoscono e sono contenta, nel mio piccolo, di poterne dare visibilità con il blog. Vacci, te lo consiglio vivamente!
iviaggidiqueena
Posted at 18:45h, 03 FebbraioCiao da friulana Doc ti ringrazio per questo post !
Il Friuli e’ stupendo peccato che noi friulani non sappiamo sfruttare ciò che abbiamo , ma forse è anche questo che la rende una regione bellissima , perché non trovi L’ammasso di turisti ma solo natura incontaminata , storia e bella gente 🙂
Sicuramente farò un post sulla mia regione , se vuoi passare nel mio picccolo blog ne sarei felice
Alla fine di un viaggio
Posted at 11:38h, 04 FebbraioChe bello, grazie! Aspetto allora di leggere il tuo post, il FVG si merita tanta visibilità 🙂
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